
ESCLUSIVA CP – Biagio De Domenico: “il mio amore viscerale verso il calcio”
In esclusiva, ai microfoni di Calciopanchina di Niccolò Brancati, presentiamo Biagio De Domenico – una vita sui campi di calcio e, oggi, allenatore considerato un riferimento sportivo e umano
Presentata da Dalmazio Mattia, ecco l’intervista che ci ha concesso mister De Domenico, a cui vanno i più sinceri ringraziamenti per la sua disponibilità.
MD: Buongiorno mister, grazie per aver accettato il nostro invito è per essere qui con noi oggi. Iniziamo questa intervista con una domanda secca!!!…quando nacque la sua passione per il mondo del calcio?

BD: Buongiorno, è un piacere anche per me. Ciao Mattia: più che passione, io lo chiamerei amore viscerale fin dalla nascita. Pensi che all’età di 4 anni già guardavo partite su partite anche registrate e quando ho acquisito la capacità di scrivere, ho iniziato a trascrivere formazioni su formazioni delle maggiori squadre europee. Da piccolo alla domanda “cosa vuoi fare da grande” avevo già le idee chiare: volevo fare l’allenatore.
MD: Ci può raccontare il suo incontro con mister Maurizi?
BD: Ho incontrato il mister casualmente quando lui allenava la Reggina, gli serviva un collaboratore e abbiamo avuto un colloquio di lavoro, dopo due giorni ero a lavorare con lui al Sant’Agata.

MD: Le scelte migliori si fanno in gruppo?
BD: Il calcio è uno sport di relazione, dentro e fuori dal campo. Ci deve essere una linea guida dettata dell’allenatore ma essa deve essere condivisa da tutti, sia per quanto riguarda la gestione, sia per quanto riguarda la scelta dei principi del modello di gioco.
MD: Da quanto dice sembrerebbe di fondamentale importanza essere in sintonia all’interno dello staff?
BD: Ovviamente la comunione di intenti all’interno dello staff è fondamentale. Ma l’aspetto, secondo me, fondamentale è l’armonia. Credo che la mucca più contenta dia latte più nutriente.
MD: Lei in veste di allenatore come si relaziona con i giocatori?
BD: Non credo ci sia una regola per relazionarsi ai giocatori, esiste una capacità innata: l’empatia. Entrare in connessione con il giocatore, con i suoi bisogni e problemi è fondamentale.
MD: Quanto è importante il clima nello spogliatoio?
BD: Il clima nello spogliatoio è importante, come per lo staff tecnico anche per i giocatori lo è. Per conseguire risultati non è importante che tra tutti giocatori si crei un rapporto amichevole, la cosa importante è che vadano d’accordo in campo. Certo se si creano rapporti di amicizia oltre il campo, ben venga ma non è questo un requisito fondamentale.
MD: In veste di allenatore qual è la partita che non è riuscito a digerire?
BD: Non ho una partita che mi crea pensieri a distanza di tempo. Credo che la vita sia qui ed ora, vivo il presente. Traggo insegnamento dal passato per migliorare il presente.
MD: Qual è il trucco per arrivare nel migliore dei modi alle partite?
BD: Il migliore modo per arrivare preparati alla gara è affrontare la settimana di allenamento nel miglior modo possibile. Per me la seduta di allenamento deve seguire un determinato processo metodologico all’interno del quale si sviluppano i principi del modello di gioco e all’interno del quale il giocatore deve vivere le problematiche situazionali che affronterà in gara. Non credo nel separare il calcio i fasi di gioco, nel separare il lavoro tecnico-tattico da quella condizionale o da quella cognitivo, il calcio è unico e inseparabile e per questo, in allenamento, va proposto nella sua integrità.
MD: Grazie mille per aver risposto alle nostre domande, a presto e in bocca al lupo per tutto!
BD: Grazie Mattia per l’intervista!
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